
Mi balli davanti sinuosa, la luce fioca rivela curve e espressioni.
Alcune parole, sempre le stesse, il cui tono rivela l'eccitazione.
Non ricordo esattamente come ci siamo arrivati, non importa, balli, passi a pochi centimetri dal mio viso, posso sentire il calore del tuo corpo, il calore di ogni parte del tuo corpo.
Trovo interessante la tua sicurezza e mi piace vederti convinta di avere in pugno la situazione. Ogni volta che provo ad allungare le mani con esperienza mi fermi delicatamente.
Aspetterò, mi dico, mentre ti giri verso di me e con un piede fra le mie gambe saggi, se i tempi sono maturi.
Aspetterò, mi dico, che tu mi dia le spalle un'altra volta, mentre mostri i tuoi seni scalzandoli da quel monumentale intrigo di lacci e merletti.
Ed eccoti di spalle, leggermente inclinata in avanti... ho aspettato abbastanza, mi dico, e con un cambio di ritmo inatteso passo dall'essere passivo osservatore a qualcosa di diverso.
Lo faccio afferrandoti le natiche con decisione, allargandole coi pollici, baciando, leccando, muovendomi dall’esterno verso l’interno, puntando dritto al luogo in cui voglio approdare, sentendo chiaramente che il tuo respiro si è fatto diverso, sentendo chiaramente che inspiri dalla bocca stringendo i denti.
Accenni a volerti girare, ma stavolta sono io che con esperienza ti fermo, facendo leva sui tuoi fianchi e sul tuo perizoma, che faccio cadere per tornare alla mia precedente attività. Ora sono io che saggio a che punto siamo, dilettandomi a stuzzicarti con le dita anche poco più su.
Alla tua richiesta di fermarmi rispondo allontanandomi leggermente, e tu girandoti lentamente ti siedi sopra di me, mentre con la mano accompagni il mio corpo dentro al tuo.
Ora ti osservo, mentre ad occhi chiusi ti muovi sopra di me trattenendomi tra le tue gambe senza sollevarti, muovendo il bacino, seguendo i movimenti che il tuo istinto ti detta. Ascolto il tuo corpo assecondando il tuo respiro e le tue espressioni. Le nostre mani sollevate, strette in un incrocio di dita.
Aspetterò, mi dico, inebriato del tuo corpo che trae godimento dal mio, che tu raggiunga l’apice del piacere.
Aspetterò, mi dico, che venga il mio turno, mentre i tuoi fremiti incontrollati si diffondono nel mio corpo.
Il tuo bellissimo viso appagato, non mi distoglie dall’idea che ora tocchi a me, e mentre ti avvicini con la bocca al mio ventre, io ti fermo. Nel tuo viso appare una nota di perplessità, destinata a svanire dalla mia vista nel momento in cui ti ho girato. Tu assecondando il mio desiderio, ti prepari ad accogliermi nuovamente aprendo le gambe, ma dalla reazione del tuo corpo ho capito subito che non ti aspettavi prendessi una via alternativa.
Con forza, tirandoti e strattonandoti, per soddisfare il mio desiderio, per aumentare la mia sensazione di possesso, sentendoti gemere ancora una volta. Godendo di te. Godendo di noi.
Non ci volle ancora molto per sentire il mio cuore accelerare all’impazzata, ma la sorpresa è stata sentire che al mio accenno di ritirata, mi trattenevi dentro di te.
Aspetterò, mi dico, che il tuo odore si dilegui naturalmente.
Aspetterò, mi dico, di poterti rivedere.